Aprendo il cassetto dei ricordi…(1)

Ben trovati, da oggi parte questa nuova rubrica, l’idea mi è venuta “aprendo” letteralmente un cassetto della scrivania del mio studio dove, fra le altre cose, conservo i biglietti delle partite di calcio a cui ho assistito ( purtroppo non tutti si parte dal 1984/85 solo allora mi venne la brillante idea di collezionarli), che a loro volta portano alla mente ricordi, aneddoti e tanta nostalgia in molti casi.

Chi mi conosce bene, sa che nella mia vita ci sono 3 squadre di riferimento. 3? Ebbene si, è vero dovrebbe essercene solo una nel cuore di ognuno di Noi, ma io sono tifoso della squadra della mia città natale Avellino e quindi per l’US Avellino 1912 per la quale devo dire tende uno 0,1% per cento in più rispetto alle altre due che si dividono equamente il 66,6% e sono la squadra della città dove sono cresciuto Carrara e quindi la Carrarese Calcio 1908 e la squadra che amo direi dall’adolescenza e che è indissolubilmente parte di me ossia l’ SS Lazio 1900. Per questa ragione, i miei ricordi sono principalmente legati a queste tre squadre, ma non solo infatti la vita ci porta poi a vivere altre esperienze, che non mancherò di raccontarvi nei prossimi articoli di questa rubrica.

Il ricordo di cui oggi voglio farvi partecipi risale alla stagione 1985/86 , per la quale oltre al biglietto di un incontro a cui ho assistito ho ritrovato delle foto dell’epoca originali, parliamo dell’ Avellino che sta disputando il suo ottavo campionato di Serie A consecutivo allenata quell’anno da un guru del calcio mondiale: Tomislav Ivic. Il tecnico di Spalato che nel corso della Sua carriera ha conquistato molti prestigiosi trofei fra cui una Coppa Intercontinentale col Porto, ma anche titoli sulle panchine di Ajax, Anderlecht, Atletico Madrid ed allenato PSG e Marsiglia.

Era una rosa , quella a disposizione di Ivic molto ben assortita, con tanti giocatori di altissimo profilo che hanno fatto la storia del nostro campionato di serie A, che all’epoca era davvero un campionato di elite, partecipavano solo 16 squadre ed era da tutti riconosciuto come ” il campionato più bello del mondo” e parteciparvi era un vero privilegio. Nella foto che vedete, la fascia di capitano, ad esempio, era indossata da Ramon Angel Diaz, formidabile centravanti argentino, che aveva partecipato ai mondiali del 1982 in Spagna e che negli anni successivi vincerà lo scudetto dei record con la maglia dell’internazionale guidata da Giovanni Trapattoni mettendo a segno 12 reti. Fra gli altri spicca in piedi al centro Fernando De Napoli , in basso Andrea Agostinelli, Paolo Benedetti , Alessandro Bertoni tre mattatori di quella stagione e si vede anche un giovane Angelo Alessio. Tutti giocatori, che non hanno certo bisogno di alcuna presentazione, ai quali sono particolarmente legato per quello che hanno dato in campo e per le emozioni che mi hanno trasmesso, ultima citazione per Nicola Di Leo, dopo anni come vice di Ottorino Piotti , prima, e Stefano Tacconi poi, finalmente il portiere di Trani, si prende la ribalta che merita.

All’epoca i tifosi erano molto di più del cd 12esimo uomo in campo, il Partenio poteva ospitare circa 40.000 spettatori e lo stadio era pieno in ogni gara disputata in casa , c’erano sempre non meno di 30/35.000 spettatori che trascinavano la squadra con il loro entusiasmo. Io avevo solo 10/11 anni, ma ho avuto la possibilità di assistere ad alcune partite in quella stagione sia in casa che in trasferta con dei ricordi che rimarranno sempre incisi sul mio cuore.

In questa fotografia, potete vedere il dettaglio della curva sud pochi istanti prima dell’inizio di un incontro, mentre probabilmente gli altoparlanti dopo aver proceduto alla lettura delle formazioni scandivano le note di Yellow Submarine storico inno dei biancoverdi.

In questa meravigliosa annata, un incontro a cui ho assistito e per il quale ho ritrovato, nel famoso cassetto , il tagliando d’ingresso si disputo’ il 5 gennaio 1986 in uno stadio Partenio tutto esaurito: Avellino-Juventus. Non era la prima gara contro la Juventus a cui assistevo, due anni prima anno 1983/84 assistetti in curva nord ad Avellino-Juventus terminata 1-2 con un gol beffa di Penzo a tempo ormai scaduto: di questa partita ho già parlato nell’articolo ” IN TRENO, PER CASO…..” del 22 settembre 2018 dedicato a Dante Bertoneri.

Ricordo lo stadio stracolmo e l’incredibile atmosfera che si viveva negli stadi negli anni 80, la sensazione di partecipare un evento veramente importante, penso spesso a quegli anni alle partite a quei giocatori, i sentimenti che prevalgono dentro di me sono sempre malinconia e nostalgia per quei periodi, ma anche la gioia per aver vissuto direttamente certe emozioni che faranno parte di me per sempre.

La gara fu molto combattuta e termino’ a reti inviolate, ricordo nitidamente le giocate di Michel Platini, e osservai con particolare attenzione le prestazioni degli ex Stefano Tacconi e Luciano Favero nonché le sfuriate dalla panchina di Giovanni Trapattoni.

Platini e Diaz furono i più pericolosi, nel complesso fu una bella gara giocata a viso aperto , raccogliemmo un buon punto che mi rese pienamente soddisfatto al termine dell’incontro.

Terminato l’incontro, ingorgati nel traffico, con il pensiero fisso di arrivare a casa in tempo per vedere 90esimo minuto e rivedere le immagini del match, erano altri tempi erano gli anni 80, dove tutto aveva un sapore diverso, più vero e genuino con poche frenesie, sono contento di averli vissuti in prima persona e sono molto felice di raccontarveli.

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