LIBRI & PALLONI (2)

In questi giorni di quarantena forzata, ma assolutamente necessaria, continuano i miei consigli “letterari”. Il virgolettato è d’obbligo: non ho la presunzione di definirmi recensore di libri, semplicemente in base alla mia esperienza ed in virtù’ di ciò’ che ho letto nel corso della mia vita, vi indico pubblicazioni che ho trovato molto interessanti con spunti significativi di riflessione; leggere, tra l’altro, di fatti, avvenimenti e aneddoti avvenuti molti anni fa, ti da l’idea dell’evoluzione di molte delle cose che viviamo oggi nel nostro presente.

Oggi vi propongo un libro che racconta la storia di un calciatore degli anni ’70 e 80′ dello scorso secolo, uno dei miei indiscussi idoli di bambino, stravedevo letteralmente per lui, non so per quale motivo, era un ottimo calciatore con pochi fronzoli, ho avuto la possibilità di vederlo giocare dal vivo e questo ne intensifica i miei ricordi. Con grande stupore e gioia, qualche anno fa facendo una ricerca on line ho scoperto che aveva scritto un libro, una biografia in particolare, incentrata sulla sua lunga militanza in una determinata squadra, ma che poi comunque ripercorre i fatti salienti della sua carriera, libro scritto a 4 mani con l’aiuto di un noto giornalista, ovviamente ho subito acquistato il libro e letteralmente divorato, il calciatore d’altri tempi e’ ARCADIO SPINOZZI.

Il libro, scritto con Stefano Greco è stato pubblicato nel 2009, io l ho letto nel 2015.

In questo testo, troverete aneddoti e dettagli della vita di Spinozzi e delle squadre e dei compagni con cui ha giocato nel corso della sua carriera sportiva che lo ha visto protagonista con maglie prestigiose come quelle del Verona , del Bologna e della Lazio con la quale ha giocato per 6 anni dl 1980 al 1986.

Dopo le 6 stagioni in maglia Lazio, Arcadio Spinozzi è passato nella stagione 1986/87 alla Reggina in serie C1 girone B, mentre nella stagione successiva ha giocato con L’Aquila in serie D, concludendo la sua carriera di calciatore al termine della stagione 1987/88.

Non voglio anticiparvi troppo, il libro è molto scorrevole e molto appassionante, da leggere tutto di un fiato, credo per altro che potrà essere giudicato interessante, anche da tanti under 30 che magari non hanno mai sentito parlare di Arcadio Spinozzi, su come funzionava il mondo del calcio anche in serie A in quel periodo.

Meritovoli di essere, quantomeno accennati, sono alcuni episodi: il primo riguarda il periodo in cui Spinozzi giocava nella Sambenedettese in serie c agli albori della sua carriera da calciatore, dove venne colpito da una patologia non bene definita, che lo costrinsero ad essere ricoverato in ospedale molto spesso, a vivere costantemente con qualche decimo di febbre addosso, con un fisico spossato e debilitato, per due anni un via vai di medici, cure antibiotiche , ospedali con il fisico che non reagiva e il calcio che diventava sempre più’ un ricordo lontano, con addirittura lo spettro dell morte come unica via per lenire le enormi sofferenze. Poi d’improvviso, trovato il medico giusto, ritrovata la luce e la carriera dopo due stagioni di completa inattività alla San Benedetto del Tronto, poteva finalmente ricominciare.

Un secondo episodio, anch’esso di toni drammatici e fortuiti, è datato 15 Aprile 1978, mentre giocava nel Verona, la squadra doveva disputare la gara campionato contro la Roma la domenica, a causa del maltempo non fu possibile per la squadra raggiungere Roma in aereo, quindi si opto’ per il viaggio in treno con “LA freccia della laguna” , treno extra lusso per quel periodo. Nella tratta tra Bologna e Firenze per lo smottamento, per via delle difficilissime condizioni meteo, di una collina tra Grizzana e Monzuno, il treno proveniente dalla direzione opposta un l’ Espresso 512 bis Bari-Trieste (che alcune ore prima a causa del crollo di un ponte sulla linea adriatica, dovette modificare il suo percorso e deviare sugli Appennini, viaggiando con 20 ore di ritardo) deraglio’ invadendo il binario accanto, proprio all’imboccatura della galleria, il treno con a bordo Spinozzi i suoi compagni del Verona ed altre 400 persone all’uscita dalla galleria non pote’ evitare l’impatto con l’altro treno e in pochi istanti si consumo’ il dramma come uno dei più’ grandi disastri ferroviari italiani di sempre. La tragedia, causò la morte di 50 persone e il ferimento grave di altre 200, i giocatori del Verona si salvarono per una incredibile coincidenza: la loro carrozza era la prima, quella attaccata al locomotore per intenderci, poco prima dell’impatto con l’altro treno, l’altoparlante annunciò che i passeggeri inseriti nel primo turno per i pasti potevano recarsi al ristorante, che era situato nella sesta carrozza, cosi i calciatori e lo staff si alzarono per raggiungere il sesto vagone, di li a pochi minuti mentre i camerieri stavano servendo i primi piatti, ci fu l’impatto violentissimo, se fossero rimasti nella prima carrozza non avrebbero avuto scampo, invece questa casualità fece salva loro la vita. Nel libro vengono decritti con cura dei dettagli quei terribili attimi, con toni drammatici e carichi dell’angoscia realmente vissuta.

Una vita da Lazio, è comunque principalmente incentrato sui suoi sei lunghi anni trascorsi con la maglia della Lazio, anni con risultati sportivi diversi da quelli attuali, è stato forse il periodo più’ difficile, ma non per questo meno bello e meno affascinante, vengono descritte le difficolta’ dei calciatori sul piano proprio contrattuale, era un calcio molto diverso rispetto a quello attuale, con meno garanzie: lo stesso Arcadio Spinozzi su questo fronte si è molto battuto in rappresentanza anche dei suoi compagni, per vedersi riconosciuti anche i minimi diritti garantiti, in quanto lavoratori oltre che calciatori.

Terminata la carriera di calciatore, Spinozzi è rimasto comunque nel calcio, avendo esperienze significative è stato per due anni osservatore della Juventus, ed anche collaboratore tecnico di Perugia e Udinese, ha allenato in Ghana, e si è seduto sulle panchine di Molfetta e Sant’Egidio.

Il mio auspicio per voi è che leggendo questo libro imparerete a conoscere il personaggio Spinozzi, ad apprezzarne le doti umane e di lealtà sportiva.

#IORESTOACASA

Ben trovati,

in questi giorni, cosi difficili, non possiamo che uniformarci alle direttive che ci arrivano dai nostri governanti; nel calcio, come sapete bene, si gioca in 11, si vince in 11 e, a volte si perde, cosi’ idealmente noi siamo 11 giocatori, tutti uniti sotto una unica bandiera per vincere la partita più’ importante!

Tanta retorica è inutile ma mai come adesso, facendo ciascuno la nostra parte, saremo in grado di influire positivamente sulla situazione difficile in cui ci troviamo.

Nei giorni scorsi mi ha colpito uno dei tanti flash-mob organizzati, di sera sul terrazzo tutti con una luce accesa, spesso la torcia dei propri telefoni cellulari: c’è stato un grande senso di condivisione e di vicinanza in un momento buio, tante piccole luci accese, luci di speranza per chi non si arrende e crede in un futuro luminoso fuori dall’oscurità di queste settimane!

Lo slogan IO RESTO A CASA, di conseguenza, ci deve unire tutti per vincere la gara più’ difficile, per vendicare chi ha combattuto ma è caduto, per proteggere le persone che amiamo, per NOI il nostro popolo!

Sono certo che tra qualche mese, esulteremo tutti insieme sotto un unica bandiera quella Verde Bianca e Rossa!

Libri & Palloni (1)

In questo periodo, funestato dalle terribili notizie derivanti dalla pandemia Covid-19, che dopo l’escalation di contagi e di vittime avvenuta Italia sta velocemente contagiando tutto il globo, con tutti gli eventi sportivi di tutte le discipline sospesi in ogni ordine e grado: esordisco con questa nuova rubrica che, spero possa essere gradita e apprezzata non solo in questo periodo di permanenza forzata in casa per cercare di arginare il contagio, ove quindi una buona lettura costituisce senz’altro un utile e piacevole passatempo, ma anche in futuro.

Moltissimi sono i libri scritti sul mondo del pallone e dei palloni intesi come sport , anche oltre il calcio, biografie, romanzi , saggi ecc.

Oggi vi consiglio un libro dal titolo “Calcio Totale” sulla vita calcistica e non di Arrigo sacchi, scritta dallo stesso “mister” di Fusignano con l’ausilio di Guido Conti, libro del marzo del 2015 che io ho letto nel maggio del 2015.

Questo libro, molto bello per altro a mio avviso, è scritto con uno stile snello e fluente, dando la possibilità al lettore di appassionarsi senza mai annoiarsi, e da la possibilità di capire i dettami tattici del calcio totale adottati da Mister Arrigo Sacchi, soprattutto all’apice della sua carriera, ossia alla stagione 1987/88 quando di fatto invento’ un nuovo modo di giocare a calcio.

Il libro, esamina anche aspetti personali della vita di Sacchi dalla sicurezza data dalla sua famiglia la moglie Giovanna e le figlie, fino ad un male invisibile, che ne ha condizionato pesantemente la carriera costituito da stress, ansia, tensione che ha sempre cercato di gestire seppur tra molte difficoltà.

Vengono raccontati, numerosi aneddoti che hanno accompagnato tutta la sua carriera, dagli esordi nel settore giovanile della Fiorentina, alle esperienze al Rimini, dove fece esordire tra i professionisti un giovanissimo Fernando De Napoli, all’epoca in prestito dall’Avellino, che poi incontrerà successivamente nella sua carriera, ed allenerà’ in nazionale.

I capitoli, più’ interessanti, sono comunque , a mio avviso, quelli incentrati sulla nascita, l’evoluzione e poi la maturazione dello stile di gioco di Arrigo Sacchi, che lo hanno reso celebre, oltre ad aver conquistato il mondo avendo vinto in quegli anni alla guida del Milan per due volte la Coppa Intercontinentale, diventando quindi campione del mondo per club. Sono gli anni in cui Sacchi si trova alla guida del Parma, dove con una squadra eccezionale , che di li a poco con quella ossatura arriverà in serie A e scriverà pagine indelebili sotto la guida di Calisto Tanzi. Ai tempi il proprietario e presidente era Ceresimi, con il quale Sacchi ottenne al primo anno la promozione dalla C1 alla B ed al secondo anno sfioro’ la promozione in serie A, plasmando la squadra secondo il 4-4-2 che poi lo avrebbe reso famoso e che strego’ Silvio Berlusconi al punto di puntare su di Lui, per la stagione 1987/88 , un esordiente in Serie A, mai intuizione fu più’ azzeccata. Nelle pagine che si susseguono, Sacchi spiega bene, che tipo di allenamenti eseguiva, per raggiungere la perfezione nei movimenti, che i giocatori dovevano effettuare in campo, non esistevano ruoli predefiniti, tutti dovevano occuparsi sia della fase difensiva che essere capaci nel contrattacco di essere efficaci in fase offensiva, era un calcio dove non c’era spazio per i fantasisti, non funzionali al suo gioco, e dove il portiere doveva essere molto bravo con i piedi partecipando attivamente alla costruzione delle azioni offensive.

Questo modello di gioco , appunto il ” calcio totale” ha fatto di Arrigo Sacchi una leggenda del calcio mondiale, questo libro lo racconta molto bene sotto molti punti di vista e che io, sento di consigliarvi, come un ottima lettura per tutti gli appassionati di pallone e di sport in generale.