Ben ritrovati cari amici, proprio ieri sera,venerdì 21 settembre 2018, rientrando a casa in treno nel tratto tra Viareggio e Carrara, ho riconosciuto un uomo che nei miei ricordi di bambino negli anni ’80 era stato un idolo: calciatore in Serie A nella stagione 1983\84 dell’ US Avellino 1912 la mia squadra del cuore , una istituzione per me e la nostra famiglia , purtroppo caduta in disgrazia se ci rapportiamo alla cronaca recente .
Conoscevo di vista quell’uomo, ma mai avevo avuto la possibilità di avvicinarlo, e ieri sera in treno non ho perso l’occasione , presentandomi e chiacchierando cordialmente con lui per circa 25 minuti fino alla stazione di Massa centro , la sua città , classe 1963: DANTE BERTONERI.

Sono passati oltre 34 anni , dai tempi in cui giocava nell’Avellino sparita la folta chioma e i grossi baffi che lo contraddistinguevano e che lo facevano sembrare molto più grande e maturo a dispetto dei suoi 20 21 anni di età.
Dante da qualche mese è rientrato nella grande famiglia del Torino, la squadra nella quale arrivo’ da Massa ragazzino, e nella quale molto presto divenne uomo e calciatore professionista, adesso è osservatore per il settore giovanile, segue i ragazzi nella zona della Val di Nievole, ed ha un rapporto di collaborazione con il Monsummano dove il “Toro” ha aperto una Academy in cerca di nuovi talenti.
Dante Bertoneri arrivo’ al Toro giovanissimo , imponendosi subito nel settore giovanile divenendo campione d’Italia con la squadra allievi appena quindicenne, passando subito al campionato Primavera e facendo velocemente il salto in prima squadra esordendo in serie A ad appena 17 anni!

Dopo tre grandi stagioni, da protagonista nel Torino, nell’estate del 1983 per mia somma gioia venne acquistato dal ‘ Avellino che si stava preparando per disputare la sua sesta stagione consecutiva in Serie A , avevo solo 8 anni, ma rimasi sbalordito di questo grande acquisto, al quale poi sarebbe seguito di li breve quello di Ramon Angel Diaz dal Napoli, a mio avviso il più grande centravanti straniero nella storia dei Lupi.
La prima domanda che ho fatto a Dante, era riguardo a come si era trovato ad Avellino, e sul come mai all’inizio della stagione successiva volle abbandonare a tutti i costi i biancoverdi, nonostante il grande campionato precedente e le proposte di ingaggio superiori all’anno prima e la volontà’ di puntare decisamente su di lui per il futuro( premetto che ho sempre frequentato l’ambiante di Avellino e dell’ US Avellino 1912 e seguito spesso la squadra sia allo stadio Partenio che in trasferta anche in quegli anni).
Dante mi ha risposto, che col senno di poi, avrebbe fatto scelte diverse, con la testa di oggi avrebbe continuato a giocare nell’Avellino in serie A invece di scegliere il Parma che nel 1985 sarebbe poi retrocesso in serie C, e mi ha detto che nella stagione 1983\84 si era trovato molto bene con la squadra e la società e che aveva dei ricordi molto belli e positivi dell’Irpinia , che viveva nella cittadina di Mercogliano dove il presidente del tempo il leggendario Commendator Antonio Sibilia possedeva vari appartamenti derivanti dalla sua attività di costruttore edile, e di essere stato trattato nel complesso molto bene. Parlando di ricordi del tempo, ha citato fra i compagni di cui si ricordava Alberto Bergossi , grande attaccante , rimasto nei cuori di tutti i tifosi biancoverdi ed oggi Agente di calciatori , per altro autore di due reti nella gara inaugurale di campionato nel settembre del 1983 Avellino-Milan 4-0 gara a cui ho avuto il privilegio di assistere in compagnia di mio padre in curva nord al tempi ancora interrata , gara nella quale Dante Bertoneri figurava in panchina con la maglia n. 15 ,e di Ramon Diaz , del quale mi ha mandato una foto di loro due insieme in tribuna allo stadio Partenio :una autentica chicca per la quale ringrazierò Dante sempre e che qui sotto potete vedere.

Ricordo ancora la prima volta che lo vidi giocare dal vivo 31 dicembre 1983 Avellino-Juventus , partita maledetta , stavamo per portare a casa un ottimo punto a Platini al 15′ dopo un minuto replico’ con un grandissimo gol Franco Colomba , ma a pochissimi minuti dalla fine Domenico Penzo trovo’ un guizzo che si rivelo’ decisivo, ma quanto mai immeritato, ai fini del risultato finale.

Di quella stagione ha bellissimi ricordi anche dei due allenatori che si avvicendarono sulla panchina : Fernando Veneranda a cui subentrò dalla sesta giornata Ottavio Bianchi, ed è rimasto sorpreso e dispiaciuto alla notizia della morte di Veneranda avvenuta nel 2007 a soli 66 anni di cui non era al corrente.
Terminata la stagione con la permanenza in Serie A , come detto, la dirigenza voleva puntare ancora su Dante che aveva giocato 22 partite su 30 e realizzato 2 gol entrambi alla Lazio uno all’andata ed uno al ritorno, invece in autunno, (all’epoca il mercato di riparazione si svolgeva per una settimana nel mese di ottobre) venne ceduto al Parma. Perche? quali erano le reali motivazioni? Per 34 anni anni , ho avuto sempre questo dubbio, e ieri è stata la domanda a cui tenevo di più e che quindi gli ho rivolto.
Dante Bertoneri , come già riportato, mi ha detto di aver vissuto una bellissima annata in terra irpina, di avere solo ricordi positivi, ma che nonostante sembrasse più’ grande di età, nel 1984 aveva solo 21 anni, sentiva moltissimo la mancanza da casa la lontananza dalla famiglia , al contrario di altri calciatori non era sposato, e a quell’età non si è abbastanza maturi per far prevalere la ragione sull’istinto , quindi cercò in tutti modi di essere ceduto per avvicinarsi a casa, passo’ infatti al Parma e di li al Perugia l’anno successivo e poi nelle categorie inferiori nella Massese in serie c2 e poi nelle categorie minori in Toscana, togliendosi comunque delle discrete soddisfazioni, ma non riuscendo più’ a rientrare nel grande calcio, dove aveva dimostrato di poter essere grande protagonista.
Una volta appese le scarpe con i tacchetti al chiodo , mi ha detto di aver gareggiato a livello agonistico in gare podistiche , vincendo molti trofei, frutto di sacrifici e allenamenti costanti, che ne hanno comunque garantito un fisico asciutto e tonico anche a 55 anni.
Come detto, da qualche tempo è rientrato attivamente nel mondo del calcio nell’orbita del Torino , quella che lui considera la sua casa calcistica, dicendomi di aver intenzione di continuare per ora con lo scouting , ma fra qualche tempo gli piacerebbe anche diventare allenatore.
Nel frattempo, il treno è arrivato a Massa, ed è arrivato il momento dei saluti, e per me della consapevolezza di aver ricevuto un arricchimento umano e personale davvero importante.
Sono certo che Dante farà parlare ancora tanto di se in ambito calcistico, credo abbia ancora moltissimo da dare e che la sua esperienza possa essere messa a frutto da molti addetti ai lavori, ho conosciuto un uomo determinato ed incapace di arrendersi alle difficoltà che pure ha incontrato nella sua vita , con tanta voglia di dare e di fare , la strada intrapresa è quella giusta e lui sono certo sarà in grado di farsi trovare sempre pronto , preparato e all’altezza in perfetto stile Toro( e magari anche un po’ Lupo!).